sabato 11 gennaio 2014

I mercatini e la nuova legge: lo stato delle cose

Molti affezionati fruitori dei mercatini del riuso hanno salutato il 2013 come l'anno in cui in Emilia Romagna è stata decretata la morte di questi meravigliosi eventi di socialità, riciclo e risparmio. Non è completamente così, ma il futuro non è roseo.
Sappiamo ormai che la famigerata legge regionale n.4 del 24 maggio 2013 sul commercio che regola anche i mercatini del riuso, è entrata in vigore ad inizio 2014. Ma cosa succede in pratica?
Concretamente la legge regionale impone alle singole amministrazioni comunali di adeguare le proprie norme alla legge entro 60 giorni a partire dal 15 gennaio 2014. Teoricamente quindi per altri due mesi circa i mercatini del riuso continueranno a funzionare come li conoscevamo, ma nel frattempo i Comuni cominceranno ad adeguare le proprie normative e cominceranno a essere indetti mercatini per hobbisti muniti del famigerato tesserino. Questo tesserino, come già sapete, va richiesto al proprio Comune di residenza al costo di 200 euro e permetterà di partecipare a un massimo di dieci mercatini durante l'anno solare e non è rinnovabile. 
L'effetto di questa legge è chiaro a tutti, tranne a coloro che l'hanno scritta e votata: la fine dei mercatini del riuso a causa della diserzione della grande maggioranza degli hobbisti e dei venditori occasionali, che non chiederanno questo tesserino.
La realtà delle cose è che questa legge ha raccolto un'enorme quantità di critiche dai Comuni, dalle Pro Loco, dalle Associazioni di volontariato e dalla totalità di chi li frequentava, sia in veste di acquirente che di venditore. Mentre hanno applaudito la nuova legge solo le associazioni dei commercianti, facendo finta di ignorare forse che molti venditori con materiale nuovo sulle bancarelle sono proprio ex commercianti, costretti a chiudere bottega dalla crisi e dalle tasse, con sul groppone una certa quantità di merce da smaltire già pagata e su cui avevano già pagato le tasse.

Ad ogni modo, sono da tempo avviati parecchi confronti informali tra rappresentati politici dei Comuni e politici della Regione per mediare e riformare una legge cieca e severa. 

Per adesso possiamo solo goderci questi ultimi appuntamenti liberi a gennaio e febbraio. Poi, se qualcuno in Regione non rinsavirà vedremo i pochi mercatini superstiti con poche bancarelle a prezzi presumibilmente più alti. 
A meno di non spostarsi in Lombardia, dove nessuno ha ancora avuto la malsana idea di proporre una legge del genere.   

1 commento:

  1. Forse qualcuno in Regione ha preso esempio da come lo Stato si è comportato a L'Aquila dopo il terremoto.
    Che le cose buone muoiano! Io non credo nell'errore... Molto, ma molto spesso, si tratta di dolo... Parola che in Italia continuiamo ad ignorare. Far morire la speranza è per molti una vocazione quasi mistica. Se no nel paese (p minuscolissima) non saremmo a questo punto.

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