mercoledì 23 ottobre 2013

Mercatini del riuso? La Regione Emilia Romagna li vuole chiusi

Tutti noi conosciamo i mercatini dell’usato o del riuso, tutti li abbiamo frequentati, talvolta per fare anche solo una passeggiata. Altre volte abbiamo fatto qualche buon affare, molti hanno provato l’ebbrezza di fare i commercianti svuotando la cantina o la soffitta. 
Nella nostra provincia, forse molto più che nelle altre province dell’Emilia Romagna, i mercatini del riuso hanno preso piede, tanto che ogni settimana si potevano contare almeno due o tre mercatini in vari paesi della provincia. I mercatini dell’usato servivano per ridurre i rifiuti, per far ricavare fondi ai Comuni, alle Pro Loco e alle associazioni di volontariato, servivano per svuotare le cantine ricavando qualche soldo, servivano per rimpolpare collezioni di oggetti introvabili altrimenti, servivano per comprare oggetti usati che non ci si sarebbe potuto permettere di comprare nuovi. E poi, bisogna ammetterlo, servivano a molti per far quadrare i conti alla fine del mese.
Forse vi state chiedendo perché ne parlo al passato. Perché i politici della Regione Emilia Romagna hanno deciso che tutto questo deve finire attraverso la nuova legge regionale sul commercio che di fatto ucciderà il settore dei mercatini del riuso.


Cosa prevede la nuova legge
La nuova legge regionale del 24 maggio 2013 n.4 pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione lo scorso 1° luglio prevede che i singoli comuni si adeguino entro gennaio 2014. 
I venditori hobbisti dovranno a quel punto richiedere al Comune di residenza un tesserino del costo di 200 euro. Questo tesserino consentirà al venditore di partecipare a dieci manifestazioni l’anno per un massimo di due anni in un quinquennio, potrà essere rilasciato solo un tesserino per nucleo familiare ed esaurito il numero massimo di mercatino l’unica soluzione per continuare a vendere sarà prendere la licenza di commercio e aprire la partita Iva. Il venditore durante il mercatino dovrà tenere sempre esposto il suo tesserino, che è personale e non cedibile, dovrà consegnare al Comune  un elenco completo del materiale in vendita con i relativi prezzi ed esporre solo un oggetto con prezzo superiore ai 100 euro. Sarà poi compito dei Comuni redigere un elenco dei partecipanti a ciascuna manifestazione da inviare annualmente alla Regione. Chi sarà trovato a trasgredire alla nuova legge rischierà multe dai 250 ai 1.500 euro.
Insomma, il trionfo della burocrazia su quelle che erano delle piccole e gioiose feste popolari che animavano i centri dei paesi la domenica.

Cosa vogliono ottenere e cosa otterranno
Tutto ciò avviene con la scusa della lotta al commercio abusivo, ossia di tutti coloro che si infiltravano in questi mercatini a vendere oggetti nuovi, rimanenze di magazzino e di fallimenti senza pagare le tasse, mescolati alle centinaia di hobbisti e venditori occasionali. La legge è passata con questo obiettivo, ma nei fatti stanno buttando via l’acqua sporca con il bambino.
La nuova legge, infatti, introduce per i venditori che vorranno ancora partecipare a questi mercatini, delle restrizioni così rigide che di fatto scoraggeranno chiunque si dilettava una volta ogni tanto a passare una domenica da commerciante improvvisato.
In futuro, chi vorrà vendere degli oggetti usati trovati in cantina, i propri vecchi giocattoli, le vecchie collezioni di giornali, o i vestiti smessi dei figli fattisi grandi non penserà più di allestire una bancarella, ma piuttosto getterà la roba inutile nell’immondizia, oppure tornerà al vecchio sistema degli annunci economici sui giornali o sui siti di aste on line.

Chi ci perde e chi ci guadagna
Chi ci perde con la morte dei mercatini del riuso? Tutti. I Comuni e le Pro Loco che vivacizzavano i paesi; i commercianti dei centri storici che potevano contare ogni tanto su una domenica di incassi in più; il sistema regionale di smaltimento di rifiuti che vedrà aumentare gli oggetti in discarica; i cittadini che si godevano le passeggiate nelle vie centrali dei paesini, animate e vivaci; i collezionisti di oggetti vintage; coloro che solo in quel modo potevano permettersi di rinnovare il guardaroba; coloro che racimolavano i soldi per pagare le bollette vendendo gli oggetti trovati in garage o in cantina…
E poi, più di tutti ci perdono i politici della Regione Emilia Romagna perché ci perdono la faccia. Dimostrano infatti di aver perso completamente il contatto con la gente e ascoltano soltanto le lobby del grosso commercio, che probabilmente è la vera regia occulta di questa legge sciagurata.

Chi ha votato questa legge
Mi sembra opportuno che si sappia chi ha voluto e votato questa legge in Regione.
Inizialmente una proposta di legge analoga era stata presentata da Mauro Manfredini (Lega Nord), ma il relatore della legge approvata è stato Gian Guido Naldi (Sel-Verdi). La legge è stata approvata a maggioranza dall’Assemblea legislativa con i voti a favore di Pd e Sel-Verdi, i voti contrari del M5S e di Giovanni Favia (Gruppo misto) e l’astensione di Pdl, Lega Nord e Udc.
A completezza d’informazione c’è anche da aggiungere che in molti Comuni della Regione consiglieri, assessori e sindaci di tutte le forze politiche si stanno attivando perché la legge venga rivista e modificata.
Se volete esprimere il vostro dissenso riguardo a questa legge, vi invito a scrivere una email di protesta (ma dai toni civili) a:
Maurizio Melucci (assessore al turismo e commercio): assturismo@regione.emilia-romagna.it

Gian Guido Naldi (relatore della legge): gnaldi@regione.emilia-romagna.it

5 commenti:

  1. Ok la legge è probabilmente eccessiva ma forse non si sarebbe arrivati a tanto se gli organizzatori avessero esercitato un maggiore controllo. Suvvia cerchiamo di non essere ipocriti. Proprio perchè mi diverto a gironzolare per i mercatini del riuso e lo faccio spesso posso dire tranquillamente che sono in grado di distinguere a colpo d'occhio i privati cittadini che si dilettano "una volta ogni tanto a passare una domenica da commerciante improvvisato" rivendendo gli oggetti che hanno trovato in cantina da coloro che sono qualcosa di diverso. Se uno sul banchetto ha cento orologi, o cento prese elettriche ancora confezionate o ecc. e di esempi se ne possono fare all'infinito è evidente che non ci troviamo di fronte al privato che sta svuotando la cantina. E proprio perchè di mercatini del riuso ne giro vedo spesso le stesse facce a ogni mercatino e insomma, quante cantine e quanti garages da svuotare hanno questi signori? Insomma ci troviamo evidentemente di fronte a gente che ha messo in piedi un'attività commerciale in nero, magari come secondo lavoro, e secondo me ci sta che i commercianti regolari un po' si incazzino.
    Torno a dire: senza essere investigatori, se uno è un habitué di mercatini, riconosce a colpo d'occhio (e si sbaglierà forse una volta su venti) il vero privato che svuota la cantina da altri soggetti. Mi sono anche spesso sorpreso del fatto che questi altri soggetti potessero appunto permettersi di fare i commercianti abusivi così alla luce del sole senza che le varie polizie municpali avessero nulla da dire.
    Una maggiore regolazione da parte degli organizzatori avrebbe forse evitato di arrivare fino a questo punto. Certo qui si sta esagerando nell'altro senso e si rischia di buttare il bambino con l'acqua sporca.
    Sven

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    1. io sono d'accordo con la tua opinione del controllo da parte dell'organizzazione , mà con la legge proprio nò! quella serve solo a scoraggiare tutti tutti e a togliere opportunità di guadagnare qual'cosa in più a chi fà fatica ad arrivare a finemese.

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  2. Bisogna mandare questi politici tutti a casa!!! E non brontolare e basta!

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  3. se nessuno facesse mercatino per alcuni mesi probabilmente si noterebbe davvero l'utilita che ne conseguiva e forse si potrebbe arrivare a cambiare questa legge solo regionale (l'italia è una) e riavremmo tutti la possibilita di riapproppriarci di un opportunita che non danneggia nessuno anzi aiuta molti

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    1. Comunque se qualche ex commerciante che ha dovuto chiudere per le vostre esagerate tasse e perchè avete permesso di aprire vicino ai piccoli paesi dei mega supermercati e quindi ha dovuto chiudere il negozio dopo aver lavorato tanti anni e rimettendoci tutto quello che ha guadagnato con gran lavoro , rimanendo disoccupato.
      Io non ho più partita IVA ma ho rimanenze di magazzino dopo la chiusura (che ho pagato IVA e varie tasse) secondo voi cosa devo fare? farle marcire o venderle nei mercatini ad 1 euro ? facendo fare degli affari a persone che non possono permetterselo. Voi le tasche le avete piene pequesto fate queste strane leggi contro i cittadini onesti.

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